Valli Bergamasche Revival Internazionale, la gara che fa rivivere la leggenda

Il suo nome è diventato leggenda per moltissimi appassionati di moto in tutto il mondo: è la…

Il suo nome è diventato leggenda per moltissimi appassionati di moto in tutto il mondo: è la “Valli Bergamasche”, corsa ideata nel secondo dopoguerra e diventata nel giro di pochi anni un appuntamento sportivo di carattere internazionale, con centinaia di iscritti provenienti da diversi Paesi e decine di migliaia di spettatori lungo i percorsi di gara e le prove speciali. Un fiume di persone che in occasione di ogni nuova edizione si sono date appuntamento a Bergamo, città diventata, edizione dopo edizione e proprio grazie alla “Valli Bergamasche”, la capitale mondiale del fuoristrada, contribuendo così a far conoscere l’offerta turistica di Bergamo, del suo borgo medievale difeso da una cinta di poderose mura, dalle sue montagne da scoprire percorrendo sentieri circondati da panorami da sogno. Sentieri trasformati, in occasione della “Valli Bergamasche”, in percorsi di gara capaci di mettere a durissima prova i motori, le ciclistiche e la resistenza dei piloti, fino a far conquistare alla competizione la fama di gara più difficile e massacrante nella specialità dell’intero calendario europeo, capace di far addirittura svenire per lo sfinimento un pilota (Lino Cornago nel 1953) mentre era in testa alla corsa. Una corsa diventata subito talmente famosa in tutta Europa (nell’edizione del 1963 i piloti stranieri iscritti alla gara furono 114 contro i 41 italiani) da essere inserita nel calendario del Trofeo internazionale di Regolarità (divenuto quattro anni dopo Campionato europeo) nel 1964, appena un anno dopo aver “debuttato” nel Campionato italiano Regolarità, diventando da subito uno dei fiori all’occhiello della Federazione motociclistica italiana. Un appuntamento con lo sport e lo spettacolo ad altissimo tasso d’adrenalina (reso ancora più unico dalle prove “speciali” di motocross, dalle prove notturne, da quelle in salita, di accelerazione e frenata….) consacrato definitivamente nel 1994 quando divenne una prova del Campionato mondiale Enduro. Una corsa la cui storia racconta capitoli incredibili (come quello della 25ª edizione, nel1973, corsa su un terreno proibitivo per le piogge torrenziali, con appena 24 piloti giunti al traguardo su 273 iscritti e uno solo, Gualtiero Brissoni, nella classe 50cc): una storia che oggi rivive grazie alla “Valli Bergamasche Revival Internazionale “, manifestazione non competitiva aperta a moto d’epoca e a ex piloti di età superiore ai 40 anni nata nel 1986 grazie alla passione dei soci della Scuderia Norelli, associazione che con i suoi campioni ha scritto straordinarie pagine della storia del fuoristrada, con l’obiettivo di ripercorrere gli storici percorsi tracciati attraverso le bellissime montagne bergamasche. Un’occasione per viaggiare nella storia di questa incredibile competizione ma, allo stesso tempo, nella storia dell’industria delle due ruote, tornando ad ammirare modelli di diverse cilindrate che hanno rappresentato il sogno di intere generazioni. Un evento che nel 2017, anno in cui è ricorso il 50° anniversario della fondazione della Scuderia Norelli, ha registrato un successo internazionale strepitoso, con la partecipazione di ben 320 piloti provenienti da 11 nazioni, compresa l’Australia: un record di partecipanti che potrebbe essere “sorpassato” dall’edizione 2022 che ha posto il tetto massimo per le iscrizioni a quota 350. Nel 2017 l’attenzione di migliaia di appassionati non fu attratta solo dalle moto in gara, dai piloti, dalle sfide, ma anche da una mostra di una sessantina di pezzi unici e rarissimi di moto da regolarità pronta a essere riproposta, ulteriormente impreziosita con alcuni “pezzi rarissimi , anche nell’edizione 2022 destinata a segnare una svolta importantissima nella storia della “Valli” e della Scuderia Norelli che l’ha ridisegnata, organizzata e gestita in modo semplicemente perfetto. L’edizione 2022 non è stata infatti solo una straordinaria “rimpatriata” per moltissimi piloti amici provenienti da ogni parte d’Italia, dell’Europa, del mondo; non è stata solo un appuntamento “sportivo” sui sentieri che hanno scritto la storia dell’enduro; è stata, per la prima volta, anche un “evento” sociale, “politico” inteso come volontà e capacità di costruire qualcosa di nuovo, utile, importante per la crescita dell’intero territorio, per esempio piantando i semi per costruire un futuro nuovo al turismo “pensato e costruito su misura per i motociclisti, con particolare attenzione al settore dell’agriturismo, tema quest’ultimo protagonista di un convegno organizzato a margine dell’evento sportivo a Sant’Agostino.. Senza dimenticare le iniziative dedicate al tema della sostenibilità ambientale al quale la Scuderia Fulvio Norelli è sempre stata sensibile, al punto da lavorare a un progetto per istituire uno specifico settore dedicato alle e-bike, le biciclette elettriche, rientranti anche nei piani della Federazione Motociclistica Italiana a cui la Scuderia Norelli è affiliata, con l’introduzione di apposite licenze agonistiche per i praticanti di questa nuova disciplina sempre più diffusa.

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