Svm e-bike, un modo diverso (e salutare) per rivivere le grandi emozioni provate in sella a un enduro

Ventinove campionati italiani, sette campionati europei, un Vaso d’Argento, due trofei mondiali e cinque vittorie di classe…

Ventinove campionati italiani, sette campionati europei, un Vaso d’Argento, due trofei mondiali e cinque vittorie di classe alla Sei giorni internazionale, un campionato mondiale trial, due Scottisch trial, tre campionati francesi trial: niente e nessuno più della bacheca dei trofei collezionati può raccontare “cosa è stata” Swm moto: una leggenda per appassionati di fuoristrada su due ruote, un marchio, diventato poi Svm, con la “v” normale, capace, in 12 anni di scalare la vetta delle case più vittoriose del fuoristrada mondiale. Un vanto per l’industria motociclistica italiana, un esempio da seguire. Cosa che si è prefissata di fare Svm bike, “nipotina” di quelle moto nate ormai quasi mezzo secolo fa , entrata in produzione nel 2015 con le sue biciclette. O meglio, con le sue e-bike, capaci di attirare subito l’attenzione fra gli appassionati di mountain bike e diventate protagoniste, dal 2019, anche nelle competizioni di e-enduro riservate alle bici elettriche, raggiungendo già  importanti traguardi sportivi: campione assoluto Ebk enduro e campione italiano categoria E1 con Maurizio Micheluz nel 2020, anno in cui il marchio ha conquistato anche il titolo di campione mondiale nella World Cup Cross EMX con Cristian Comastri; campione italiano EBK enduro cat EJ con Andrea Ferrari e vice campione ES con Eric Anselmo nel 2021; campione italiano Ebk enduro cat EJ con Andrea Ferrari e campione italiano ES con Eric Anselmo nel 2022. Frutto della stoffa da campioni di chi su quelle bici pedala, ma anche dell’assoluta qualità del mezzo che, anche lontano dai percorsi di gara, ha conquistato moltissimi appassionati grazie a una produzione artigianale, anzi letteralmente sartoriale, fatta in poche decine di pezzi l’anno su richiesta del cliente. E con la prospettiva di dover ampliare presto la produzione, “non tanto sulla scia di una vera e propria esplosione del “fenomeno e-bike” avvenuta negli ultimi due anni anche grazie agli incentivi statali e che ha saturato il mercato lasciando intravedere nei prossimi due anni più fatica per tutti i produttori”, come conferma Mauro Sironi, figlio di Pietro, fondatore della Swm, e protagonista con il fratello Stefano della nascita di Svm bike, ma proprio grazie “alla specializzazione nel settore delle bici di medio – alto livello che Svm ha scelto come propria “strada”, realizzando un prodotto agonistico e puramente prestazionale che dovrebbe consentirci di mantenere e ci auguriamo aumentare il nostro trend produttivo, continuando a garantire l’artigianalità ed esclusività delle nostre e-bike”. Il tutto grazie a una serie di “valori aggiunti”, primo fra tutti, sottolinea sempre Mauro Sironi, “proprio l”esperienza maturata in quarant’anni di attività motociclistica, prima con il marchio Swm e dal 1985 col marchio Svm, esperienza che abbiamo trasferito, con i dovuti accorgimenti, anche al mondo e-bike. Come dico sempre “dal 1971 siamo con le ruote nel fango” . Dal 1990 siamo poi anche presenti nel settore dell’elettronica di potenza con la nostra azienda Sht Power che per la sua attività si occupa anche di batterie per cui ci è diventato facile unire le due esperienze per creare un nostro prodotto nella mobilità elettrica. Per quanto riguarda la produzione ci muoviamo su due fronti: il primo è quello delle bici da enduro specialistiche, dove usiamo telai in carbonio e motori prestazionali come Polini e Askoll a seconda del modello di e-bike: a questo si affianca il mondo delle cosiddette All Mountain che sono bici da enduro leggero e turistico , prevalentemente destinate a un pubblico meno esigente in fatto di prestazioni. Qui usiamo telai in alluminio e anche motori differenti come Oli. Come Svm cerchiamo di usare dove possibile materiali made in Italy e anche la scelta di usare questi marchi di motori è prevalentemente dovuta al fatto che essendo prodotti nazionali possiamo garantire un servizio di assistenza rapido e sicuro: una scelta che  inoltre ci permette di interfacciarci direttamente con il produttore per qualsiasi sviluppo, cosa che con le altre marche più blasonate ed estere diventa quasi impossibile” . Ma i “valori aggiunti” non sono solo qui: un ruolo importantissimo nella crescita del marchio l’ha recitato anche la possibilità di avere bici personalizzate sia nella “forma”, esteticamente, sia nella sostanza… ”Il valore aggiunto più importante, il nostro punto di forza”, conferma Mauro Sironi, “avendo scelto di non puntare sulla quantità produttiva ma sulla qualità del prodotto, siamo in grado di personalizzare la bici in base alle esigenze del cliente partendo sempre da una base di serie come telaio e motore per poi decidere con il cliente come personalizzarla nelle grafiche e con che tipo di componenti tecnici allestirla”. Assecondando anche richieste decisamente particolari: “La richiesta più curiosa che abbiamo ricevuto? Montare su una nostra Gsx Polini un cambio idraulico nel mozzo posteriore”. Richieste, a dire la verità, non troppo frequenti, mentre sempre più frequente è quella di poter acquistare attraverso finanziamenti e che ottiene puntualmente la miglior risposta “attraverso un accordo recentemente stipulato con Avvera del gruppo Credem per un servizio di finanziamenti personalizzati”. Uno degli ultimi capitoli di una lunga storia fatta soprattutto di passione, vissuta in famiglia e tramandata…. Una storia iniziata nel 1971 quando Pietro Sironi e Fausto Vergani creano la Swm producendo moto fino al 1983, un anno prima che Swm entrasse in liquidazione e Fausto Vergani abbandonasse l’azienda . E’ in seguito a questo che viene trasformata in Svm, sempre capeggiata dal fondatore Pietro Sironi con i figli Mauro e Stefano, producendo moto ancora per un decennio (durante il quale è stata la prima azienda a presentare una moto da trial raffreddata ad acqua), prima che il papà, “deluso dal mondo moto, decidesse di aprire una nuova azienda nel settore dell’elettronica e specializzata nella produzione di gruppi continuità, soccorritori e convertitori elettrici”. Ma senza mai abbandonare la vecchia passione, visto che la famiglia Sironi continua comunque a rimanere nel mondo delle moto per mantenere viva la storia Swm ed Svm lavorando per anni a un progetto rivoluzionario: una moto elettrica da enduro, ancora nelle fase sperimentale. Un capitolo ancora tutto da scrivere nato proprio dalle e bike e dal loro continuo sviluppo “che non solo ci ha portato in pochi anni a realizzare la nostra linea ma anche a riprendere in mano la primordiale idea di una vera moto da enduro elettrica”. Progetti figli del Dna tramandato ai figli da Pietro Sironi, imprenditore che “per natura è sempre stato un lungimirante che pensava sempre al domani, caratteristica che lo ha portato a fare moto vincenti in tutti i campi e a essere il promotore di una disciplina sportiva nell’enduro con la creazione di una squadra ben organizzata con preparatore fisico, medico , massaggiatore e tecnico nutrizionale. Grazie a questo ha conquistato nel 1975 la sua prima grande soddisfazione con la conquista del Vaso d’argento alla Sei giorni dell’isola di Man, per poi proseguire con una serie di successi internazionali nell’enduro, nel cross e nel trial”. Sironi, una famiglia milanese che si considera però anche bergamasca d’adozione “per il fatto che dal 1969 erano più le volte che eravamo nella Bergamasca, sia per il lavoro di papà con la Swm ma anche come famiglia perché avevamo una casa a Bratto. Io poi quando ho iniziato a correre in moto ero sempre in giro con i piloti Swm che erano tutti di Bergamo. Da quello mi è in parte rimasta una leggera cadenza e spesso mi chiedono se sono di Bergamo”. Tornando alle bici: un modello ideale per lui, per lei, per i più giovani? “Non esiste una bici per uomo donna o giovane nel mondo del fuoristrada elettrico, le bici si distinguono in varie tipologie in base all’utilizzo che si deve fare. Noi per passione ci indirizziamo al mondo del fuoristrada e anche qui in base al tipo di utilizzo ci sono varie tipologie di e-bike partendo dalle più semplici alle più performanti: modelli Front, dove si utilizzano esclusivamente telai rigidi con eventualmente una forcella ammortizzata, bici semplici, poco costose e che permettono divertenti escursioni sulle piste ciclabili e gli sterrati; modelli All mountain, un livello superiore nel quale si usano telai con sospensione posteriore e anteriore, un tipo di e-bike che può essere più o meno prestazionale in base alla componentistica usata. Permettono un buon fuoristrada limitato esclusivamente dalle capacità del pilota e dal tipo di sospensioni e freni montati. I costi aumentano in base alle prestazioni tecniche dei materiali usati. Poi”, prosegue Mauro Sironi, “ci sono i modelli Enduro, la fascia più specialistica e prevalentemente destinata a chi ha già una buona esperienza in fuoristrada e cerca qualcosa che gli permetta di fare del vero enduro. Anche qui in base alla componentistica usata aumentano le prestazioni e logicamente anche i costi , con le versioni più performanti che possono essere comodamente paragonate a una vera e propria moto per prestazioni in discesa ma anche per l’aiuto del motore in salita”. Dai mezzi ai sentieri sui quali metterli alla prova: tre percorsi in Bergamasca che consiglierebbe di provare? “A me piace tantissimo la Presolana: perché l’ho vissuta in moto quando si poteva ancora farlo, per la bellezza dei percorsi e paesaggi. Il poter ripercorrere nuovamente i sentieri e le mulattiere del Monte Pora, della val di Scalve e delle altre vallate seriane mi riporta indietro di quarant’anni. Bellissima anche la zona della val Brembana fino a Foppolo con le mulattiere in alta quota. E se poi a qualcuno piacciono le discese in bike park c’è solo l’imbarazzo della scelta in Maresana  o sul Canto Alto”. Parola di uno che “sono la bellezza di 52 anni che vive nel mondo del fuoristrada”, vivendo una passione profondissima che “penso mi sia stata trasmessa da mio padre quando sono nato: la mia prima moto l’ho avuta a 7 anni e da allora non sono mai sceso. Purtroppo negli ultimi decenni è ormai diventato quasi impossibile praticare l’enduro, soprattutto nella Bergamasca: ma fortunatamente ora ci sono le e-bike che per un endurista come me sono una svolta epocale perché permettono ancora di rivivere quel bel ricordo in chiave moderna. E poi fa anche bene alla salute perché aiuta a tenersi in forma e a scaricare lo stress di una settimana di lavoro. Per me è poi come essere ringiovanito di trent’anni tornando a quel 1985 per continuare la tradizione di famiglia sui campi di gara”.

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